Il cibo può influire sulla depressione o sull’ansia?

Può l’alimentazione andare ad incidere sulla nostra mente?

È quello che si sono chiesti degli studiosi in una review qualche settimana fa (trovate il link sotto).
Questi studiosi hanno analizzato i vari studi scientifici che parlano di alimentazione correlata a stati depressivi o ansiosi e ne hanno fatto un riassunto. 
La casistica è molto ampia infatti si parla di quasi 46000 soggetti (ma solo in pochi avevano una diagnosi alla mano). Vediamo cosa ne è venuto fuori.

Che tipo di dieta è stato seguito?

L’approccio dietetico è abbastanza vario tra le 46000 persone, ma a grandi linee è stato consigliato di ridurre l’introito calorico laddove c’era bisogno di perdere peso, aumentare il consumo giornaliero di verdura e frutta, ridurre i grassi e i cibi junk food, aumentare il consumo di pesce.

Depressione e cibo

Il cambio di alimentazione ha effettivamente registrato una riduzione dei sintomi depressivi tra i 46000 soggetti rispetto ai soggetti “controllo”. La stessa riduzione si è vista anche nei pochi soggetti (67) con una diagnosi di depressione comprovata già dopo 12 settimane di dieta Mediterranea rispetto al gruppo seguito solo da un gruppo di supporto psicologico.
Andando a dividere i soggetti in sottogruppi, si è visto che il gruppo “donne” aveva miglioramenti superiori rispetto al gruppo di soli uomini.

Ansia e cibo

La stessa cosa non si può dire dell’ansia. Non c’era nessun miglioramento dei sintomi di ansia con il cambio di alimentazione. Manca tuttavia un gruppo di soggetti con un disturbo dell’ansia diagnosticato su cui vedere l’effetto della dieta.
Inoltre il numero di soggetti in questo caso era veramente piccolo per poter trarre delle conclusioni certe.

Ma cosa nel dettaglio ha portato ad un miglioramento?

Cosa nello specifico non si sa, se la riduzione di peso, il miglioramento dello stato nutrizionale o la riduzione dei grassi.
Servono quindi studi molto più dettagliati anche sul tipo di alimentazione intrapreso e soprattutto con un numero di soggetti “ansiosi” più ampio per capire se non incide veramente o è solo un falso negativo dovuto alla scarsa numerosità del campione.

Comunque, scoprire che anche l’alimentazione può avere un ruolo positivo in certe dinamiche psicologiche, è certamente interessante per un futuro dove il soggetto viene aiutato a 360 gradi e non “sistemando” un compartimento alla volta tipo macchina.

Siamo comunque sulla buona strada!

Bibliografia

The effects of dietary improvement on symptoms of depression and anxiety: a meta-analysis of randomized controlled trials.

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