Carne rossa e cancro: facciamo il punto

Quali sono le ultime evidenze scientifiche sulla correlazione “carne rossa e cancro”?
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato una nota in cui si mostrano i risultati di uno studio di correlazione tra la carne rossa o processata ed il cancro.
L’ Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC), organo di ricerca sul cancro dell’OMS stessa, ha condotto una sorta di “riassunto” di circa 800 studi scientifici che ha indagato la correlazione tra carne rossa e carne processata con una dozzina di tumori in Paesi del mondo diversi e con diversi stili alimentari.
Facciamo chiarezza.

Cosa si intende per carne rossa?

La carne rossa è la parte muscolare di mammiferi quali il manzo, vitello, maiale, agnello, capra, pecora, montone, cavallo.

Cosa si intende per carne processata?

È la carne lavorata con tecniche come la stagionatura, salatura, fermentazione, fumo o altri processi che mediante l’uso di additivi consentono di migliorare sapore e conservazione. In genere per queste preparazioni si utilizza carne di manzo o maiale, ma alcune preparazioni possono contenere anche altra carne rossa, bianca, frattaglie o sangue. Appartengono a questo gruppo tutti i salumi, salsicce, wurstel, carne in scatola, secca, affumicata o preparati per sughi a base di carne.

Quale correlazione è stata trovata con il cancro?

Gli studiosi dello IARC hanno suddiviso oltre 900 agenti potenzialmente pericolosi per l’uomo (non solo alimentari, ma anche di stile di vita come il fumo, l’esposizione alle radiazioni solari, agenti chimici, ecc) in categorie secondo il loro ruolo cancerogeno. Questo possibile ruolo cancerogeno per la carne è stato dedotto dal “riassunto” degli 800 studi fatti nel corso degli anni.

La carne processata è stata inserita nel Gruppo 1, ovvero gli agenti cancerogeni per l’uomo. In questo gruppo vi sono anche il fumo e l’amianto, ma il gruppo non distingue il livello di rischio tra i vari agenti. La carne processata non è detto che abbia la stessa “potenza” dell’amianto nell’indurre un tumore. Gli studiosi affermano inoltre che 50 g al giorno di carne processata aumentano il rischio di ammalarsi di tumore del 18%, quindi un rischio piccolo ma che può aumentare se il consumo incrementa.

La carne rossa non processata è inserita invece nel Gruppo 2A, ovvero degli agenti probabilmente cancerogeni per l’uomo. In questo gruppo sono inseriti gli agenti che hanno limitate evidenze scientifiche di correlazione con l’uomo e sufficienti evidenze scientifiche negli esperimenti sugli animali. Ciò significa che la carne rossa non può ancora essere definita come agente cancerogeno.
Il rischio della carne rossa è difficile da stimare in quanto le evidenze scientifiche sono ancora limitate. Si stima che il rischio di cancro al colon potrebbe aumentare del 17% per ogni 100 g di carne rossa consumata quotidianamente.
Il cancro al colon è quello che ha una maggiore correlazione, ma in misura minore anche quello al pancreas e alla prostata potrebbero essere causati dal consumo di carne.

Cosa fare quindi?

Ricordiamo che la carne ha comunque un valore nutrizionale non indifferente, quindi basta limitarne il consumo (di quella processata soprattutto) e inserirla in un’alimentazione varia ed equilibrata con alto consumo di antiossidanti derivanti da frutta e verdura. Gli antiossidanti sono l’arma più potente contro la formazione di mutazioni nel DNA che possono portare all’insorgenza di un tumore. Non dimenticate che lo stile di vita è importante tanto quanto l’alimentazione. Non focalizzate la vostra attenzione solo su un aspetto dimenticando il resto…

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